La neurobiologia dell’attività fisica: nuove scoperte o vecchie consapevolezze?

Alcuni gruppi investigativi in tutto il mondo hanno sostenuto la loro ricerca sugli aspetti neurali della fisiologia dell’esercizio negli ultimi 30 anni circa, ma la neuro-biologia degli esercizi è recentemente riemersa come un campo di studio che si estende oltre quel piccolo gruppo di fisici per includere neuroscienziati e neurobiologi di varie discipline. Ciò è avvenuto principalmente come evidenza accumulata per suggerire che l’attività fisica può conferire benefici per la protezione della salute per diverse malattie neurologiche, così come per alcune malattie psichiatriche che hanno forti caratteristiche biologiche. Esistono anche prove emergenti sulla capacità di adattamento dei sistemi neurobiologici e sulla loro influenza sulle prestazioni e sulla salute durante la scissione fisica in ambienti ostili come il caldo, l’ipossia e il combattimento militare. È ora accettato che il cervello controlli i processi mentali, fisiologici e comportamentali; che il funzionamento del cervello è controllato da geni; i fattori sociali, evolutivi e ambientali possono alterare l’espressione genica e le alterazioni nell’espressione genica inducono cambiamenti nel funzionamento e nel comportamento della madre.

L’autore riferisce di studi che suggeriscono un collegamento diretto tra la pratica sistematica di attività fisica e il miglioramento di svariati parametri di salute, con un aumento della stessa nei sogetti praticanti. Si riferisce poi a come i sistemi neurobiologici dell’organismo umano siano stati studiati nella loro adattabilità a situazioni in cui l’attività fisica è praticata in condizioni di stress, che era una cosa già ben nota in quegli anni.
Riferisce poi della plasticità neurale in seguito e come conseguenza dell’attività fisica, parlando di studi su animali; sappiamo bene oggi che questa correlazione è stata ampiamente dimostrata anche negli umani, andando così a costituire il caposaldo di quello che può essere uno dei canali di ricerca nella congiuntura tra neuroscienze e attività fisica.
Continua parlando del filone di ricerca che ha suggerito ed evidenziato una forte correlazione tra attività fisica e riduzione dell’incidenza di patologie neurodegenerative, evidenziando una forte qualità protettiva della prima sull’organismo umano nei confronti delle seconde. Questo articolo si colloca, andando poi a mostrare come ci sono varie caratteristiche ancora incomprese:

Mechanisms explaining these adaptations are not yet known, but metabolic and neurochemical pathways between skeletal muscle, the spinal cord, and the brain offer plausible, testable mechanisms that might help explain the effects of physical activity

and exercise on the CNS.” ( estratto dall’articolo, pagina 1 )

Insomma, viene fatto un buon punto della situazione ( anche se non totalitario ) della situazione di quegli anni della ricerca neurobiologica nell’attività fisica. Conclude spiegando come bisogna sicuramente ampliare le conoscenze circa determinati meccanismi ( suggerendo poi alcune di queste criticità, molte delle quali sono state già evidenziate in data odierna ) e offre una precisa e solida direzione. Un articolo che anche se non spicca per essere una ricerca diretta, è sicuramente importante in un discorso di prospettiva sul settore.

Referenze

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1600-0838.2006.00609.x

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