Patologie neurodegenerative e a allenamento fisico

Lo stress in generale altera il sistema immunitario il quale si pensava fosse un unico complesso globale capace di rispondere solo agli agenti esterni. Sappiamo ora che anche il cervello è sotto il suo controllo mentre prima si credeva ne fosse al riparo per la presenza della barriera emato-encefalica. Infatti le infiammazioni cerebrali mal controllate sono alla base delle malattie neuro-degenerative come la sclerosi multipla, il Parkinson e l’Alzheimer. Oggi è scientificamente dimostrato che esiste una vera e propria giunzione neuro-immunitaria (collegamento) in quanto le fibre del sistema nervoso (ossia quelle funzioni che generalmente sono al di fuori del controllo volontario) vanno ad innervare il timo, la milza, i linfonodi e i tessuti linfoidi dell’intestino (organi di massima concentrazione della difesa linfocitaria). Lo scienziato T.R Mosmann e successivamente l’immunologo Segio Romagnani, dichiarano che i due diversi profili di risposta immunitaria chiamati Th1 e Th2 che esistono nell’uomo, devono necessariamente controbilanciarsi per mantenere l’equilibrio immunitario e reagire ottimamente:

Tutti e due i sistemi devono essere in perfetto equilibrio.

Parlando di equilibrio interviene nuovamente il concetto di stress. Sia quello fisico che quello psicologico (preoccupazioni, frustrazioni, lutto…) promuovono stati ansiogeni che si riflettono su importanti modulatori immunitari (gli androgeni) che, alterandoli, provocano lo sbilanciamento di questi due grandi sistemi. L’eccesso di cortisolo (che ricordo essere l’ormone dello stress) prodotto in condizioni di esaurimento cronico, sopprime la risposta del sistema immunitario. Dunque gli ormoni dello stress e ormoni sessuali sono in grado di influenzare negativamente o positivamente il sistema immunitario Th1 e Th2. Varie patologie vengono attivate da meccanismi correlati allo stress cronico inteso come tensione continua, ansia da situazioni opprimenti o da scelte forzate indipendenti dalla nostra volontà.

L’immuno-soppressione (inibizione sistema immunitario) e il processo d’infiammazione sono determinati sia da questi eventi che dal decadimento fisiologico con l’ avanzare dell’età provocando anche disfunzioni neurologiche. Definiamo neuro-degenerative, quelle patologie del sistema nervoso centrale (cervello) che tendono ad un processo di decadimento funzionale e alla morte del neurone. Tali malattie sono accompagnate spesso da deficit cognitivi, disturbi della memoria, dell’apprendimento, del movimento (discinesie), da depressione e dal calo di desiderio sessuale. Gli stati di stress agiscono sia direttamente sulla manifestazione di tali neuropatie che indirettamente sopprimendo i livelli di androgeni circolanti, in primis il testosterone. Un importante ricerca del 1981 da Appele e coll. pubblicava uno studio dove tre malattie neuro-degenerative, Alzheimer, Parkinson e SLA, erano scaturite da un disordine neuro-ormonale (dopamina, adrenalina e noradrenalina) e come gli androgeni (testosterone soprattutto) mostravano un effetto neurotrofico (protettivo e rigeneratore) sui neuroni e organi cerebrali.

Recenti scoperte evidenziano che una particolare proteina chiamata Beta-Amiloide sembra essere la proteina che si accumula nel processo degenerativo dell’Alzheimer causandone l’esacerbazione. Importanti studi effettuati dall’istituto di Neuroendocrinologia Cajal di Madrid ha dimostrato che l’esercizio fisico (con adeguata intensità e costanza), aumentando il testosterone, la produzione di GH (ormone della crescita muscolare, lipolitico…) e relativo igf-1 (ormone per la crescita cellulare generale), ha la straordinaria capacità di eliminare l’accumulo di tale proteina. Il IGf-1 promuove anche il BDNF (fattore nervoso di derivazione cerebrale) che ha particolari funzioni neuro-protettive, neurotrofiche e plastiche cerebrali (creano nuove connessioni neurali) tali da alleviare e rallentare le sintomatologie della sclerosi multipla e dell’Alzheimer. Immaginiamo il BDNF come un fertilizzante per il cervello. Come quando piantiamo una nuova pianta particolarmente bella e decidiamo di aggiungere al terreno una sostanza per fortificare e aiutare le radici a crescere più rapidamente offrendole migliori probabilità di radicarsi e fiorire. Questa proteina protegge il cervello dagli effetti dannosi del cortisolo, perciò, quando c’è carenza di questa sostanza è meno probabile che i neuroni sopravvivano alle sollecitazioni dello stress.

Come possiamo contrastare al massimo il rischio di patologie neuro-degenerative? Essendo comunque multifattoriali quello che possiamo fare è:

  1. Vivere secondo il nostro “vero se” eliminando le oppressioni

  2. Gestire gli stati ansiogeni

  3. Porsi e gratificarsi per obiettivi raggiunti

  4. Accettare chi siamo ma migliorarci, riconoscendo ed esprimendo i nostri punti di forza

  5. Scardinare la routine e allenare il profilo cognitivo con l’esercizio fisico

  6. Allenarsi con sessioni costanti, contenute e intense in modo da ottenere un adeguato flusso ormonale neuro-protettivo

  7. Alimentarsi in modo vario assumendo antiossidanti con attenzione a proteine animali

Referenze:

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