L’allenamento per il cervello… depresso

La sindrome depressiva è una vera e propria patologia che interessa non solo la sfera psicologica ma anche quella cognitiva e immunitaria.
Per uno stato di salute ottimale è indispensabile consumare un equilibrato apporto di nutrienti che consentono all’organismo di essere sempre in ricarica ma altrettanto fondamentale è saperli sfruttare per aumentare il tono psico-fisico e migliorarlo sempre più. Dobbiamo essere coscienti che il rendimento del nostro corpo diminuisce col trascorrere degli anni e anche le sostanze che lo proteggono e lo alimentano perdono di efficienza. Tali sostanze subiscono delle alterazioni ad esempio nel periodo della menopausa (nella donna) e “dell’andropausa” (nell’uomo) subendo una vera e propria flessione. Gli androgeni (ormoni maschili) e in particolare il testosterone, hanno un notevole potere neuroprotettivo e immunostimolante: proteggono le funzioni cerebrali e ci difendono dalle patologie.

Come sfruttare i nutrienti? Utilizzandoli ottenendo il massimo dall’ attività fisica.

Ormai è avvalorato scientificamente l’effetto benefico che questa ha nei confronti della depressione e negli stati sublcinci della stessa. Per stati subclinici intendo quelle sintomatologie che si avvertono e non si approfondiscono clinicamente ma che possono però nascondere il principio di qualcosa di più serio. Travolti da un intenso via vai quotidiano caratterizzato da impegni lavorativi e familiari resistiamo e trascuriamo i segnali del nostro corpo che prima o poi si ferma.
Facciamo chiarezza. Quale attività fisica? Attività fisica è anche giocare a bocce o fare giardinaggio. Allenamento è ben diverso. Significa organizzare esercizi secondo criteri specifici in modo da creare il miglioramento totale delle performance.
In generale si parla che 30’ di allenamento sono già sufficienti. Sicuramente mi associo a tale concetto ma nello specifico nessuno si sbilancia nel puntualizzare alcuni parametri fondamentali per ottenere i massimi risultati.
E’ indubbio che tutti gli sport promuovano incremento delle capacita coordinative e condizionali (più o meno) ma non sarebbe meglio prendere il meglio di ciascuna attività e metterli insieme?
Movimenti di coordinazione opportunamente costruiti ad esempio, creano nuove sinapsi cerebrali e nuovi collegamenti neurali e l’associazione ad esercizi ad alta intensità incrementano dopamina, adrenalina e noradrenalina che le solidificano. Prolungando l’allenamento per un massimo di 25 minuti si ha il massimo flusso ormonale degli androgeni e la produzione di BDNF (fattore di crescita neurale) essenziali per rafforzare la muscolatura, perdere massa grassa e potenziare il sistema immunitario.

I risvolti? Ottimizzazione del tempo, efficienza dell’allenamento, potenziamento cognitivo e benessere psicologico.
Utopia? No, realtà scientifica.

Referenze:

Neuroplasticity — Exercise-Induced Response of Peripheral Brain-Derived Neurotrophic Factor: A Systematic Review of Experimental Studies in Human Subjects.  Knaepen K, Goekint M, Heyman EM, Meeusen R, Vrije Universiteit Brussel, Department of Human Physiology & Sports Medicine, Brussels, Belgiumhttps://www.epistemonikos.org/it/documents/1300b9bb8edd6f5e60846c8b01f2af2a87dac9fd

J Sports Sci Med. 2013 Sep; 12(3): 502–511. Published online 2013 Sep 1. PMCID: PMC3772595
The Effects of Aerobic Exercise Intensity and Duration on Levels of Brain-Derived Neurotrophic Factor in Healthy Men
Matthew T. Schmolesky, David L. Webb and Rodney A. Hansen.

 

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